Arrivo del nuovo Ambasciatore fiorentino

Aveva chiesto ad Evaristo di accompagnarla, nel viaggio che l'avrebbe condotta presso il Castello di Siena, a seguito della sua nomina da Ambasciatrice per la Repubblica di Firenze.
Aveva visitato più volte quelle terre, sempre ne era rimasta meravigliata e affascinata, ed era sicura che quella visita non avrebbe fatto eccezione.

Giunti a Siena, aveva ringraziato Evaristo e gli aveva chiesto di attenderla in una Locanda. La giovane quindi si diresse verso le porte del Castello e si presentò ad una delle guardie:

Buongiorno - dopo una riverenza, continuò -sono Vera Isabella Rosalinda Speranza Di Luna, nuova Ambasciatrice fiorentina per la Repubblica di Siena.
Sareste così gentile da annunciare il mio arrivo al Gran Ciambellano?

E sorridendo, attese di essere accolta.

"Sua Eccellenza, mi auguro che il Vostro sia stato un viaggio sereno e senza troppe complicazioni... non sono addetto all'ospitalità in questo Palazzo, ma sarà ugualmente un onore accompagnarVi fino all'ingresso."

Si voltò in direzione della voce, e sorridendo s'inchinò.

Vi ringrazio, Vi seguirò molto volentieri!
Il viaggio è stato particolarmente piacevole e non ho incontrato alcun imprevisto, ma per precauzione ho chiesto ad un mio fidato di accompagnarmi

Lo seguì fin davanti al cancello, quando egli disse:

"Pensate che, volere della sorte, due giorni fa ero io a presentarmi presso Palazzo Vecchio a Firenze... il Vostro accompagnatore V'attenderà qua?"

Spero che l'accoglienza riservataVi nelle nostre Sale sia stata gradevole per Voi!
Il mio accompagnatore - aggiunse guardandosi attorno - temo abbia già raggiunto la Locanda della Capitale, quindi sarò costretta a cercarlo in seguito sorrise.
Ma perdonate la scortesia, non mi sono ancora presentata a Voi come si conviene.. - fece una riverenza e aggiunse - Vera Di Luna, lieta ed onorata di poterVi conoscere

"Bene, vuol dire che avrò la fortuna di accompagnarVi alla Taverna più tardi, mi darete qualche informazione migliore su Firenze, a chiedere sul posto devo sempre elargir moneta ai mendicanti e, per quanto la cosa sia un volere del Signore nostro, preferisco pagar da bere ad una collega..."

Naturalmente! Sarò lieta di farlo sorrise e chinò leggermente il capo.

Rimase in attesa assieme a lui, di essere ricevuta.

"Per fortuna noi diplomatici abbiamo il dono della pazienza..."

Rise ed annuì.

Non c'è dote migliore in una persona!

"Avete appuntamento qui con qualcuno in particolare?"

Con il Gran Ciambellano naturalmente, come anche Voi suppongo, ed il mio corrispondente, l'Ambasciatore senese per Firenze

Sorrise, guardando il grande portone del Castello.
Non aveva alcuna fretta, ma fortunatamente, a differenza di altre volte, l'attesa era divenuta piacevole.

"Che fate oltre all'Ambasciatrice, se mi posso permettere, mentre attendo con Voi che qualcuno Vi conduca all'interno?"

Chiese, poi.

Da poco sono anche Araldo Territoriale pro tempore, ovviamente, per la mia Repubblica. Voi?

"Io a dire il vero qua dentro posso uscire ed entrare quando voglio, il mio ufficio è lì sopra..."

Rimase stupita, ma riprendendosi, scuotendo leggermente il capo disse:

Perdonate, dunque, credevo che Voi foste nella mia stessa situazione.. - quando il leggero rossore sulle gote scomparve, riprese -Allora devo anche porVi i miei ringraziamenti, per avermi accolta in un sì gentile modo.

"Un Araldo Territoriale, una persona importante dunque Vostra Eccellenza..."

Ma qui sono solo un'Ambasciatrice.. fortunata, poi, ad esserlo tra i due territori italici che più amo.

Sorrise, ed Egli, allor, rispose alla sua precedente domanda

"Io oltre alla Diplomazia... mi occupo di diplomazia e di armi, sono un soldato della Guardia Episcopale, solita cosa da uomini sapete..."

Oh, la Guardia Episcopale! Un organo importante all'interno della nostra Santa Ecclesia.. ma, ahi me, ne son ben poco..
Come avete ben intuito, io e le armi in genere non andiamo molto d'accordo!
Se fosse per me, il mondo non avrebbe altra arma, se non la parola..

Sorrise nuovamente
Prima o poi, qualcuno sarebbe giunto ad aprire.

"Il problema è che la parola ferisce più della spada e, di norma, quando la prima fallisce c'è necessità della seconda..."

Ritengo sia compito di ogni diplomatico, non tendere mai che si arrivi all'uso delle armi, bensì utilizzare tutto ciò che è in suo potere e tra le sue possibilità, per far prevalere la ragione sorrise.

Ma dite dunque che la situazione tra le nostre repubbliche non è tra le più rosee?
Me ne dispiaccio sì grandemente dunque!
Spero, col mio contributo, di far tornar la quiete.. ma certo questo non è argomento che si possa discutere davanti un portone

Si aggiustò un poco la veste azzurra, e guardò l'uomo che aveva innanzi, e poi volse lo sguardo verso il Castello.

Dite che prima o poi, saranno così benevoli con me, come lo siete Voi, e apriranno le porte?
In effetti comincia a far freddo..

Abbozzò un sorriso, e cercò di coprirsi meglio, con il mantello rosso che, fortunatamente, aveva portato con se.

"Dicevo solamente che iniziare un rapporto con un bel sorriso porta migliori speranze che iniziarlo con il broncio..."

Oh, su questo non v'è certamente dubbio alcuno!

Ed Egli le porse il braccio sinistro.

"Su, sono abituato ad accompagnar la gente e farla arrivare a destinazione discretamente illesa, e la nostra destinazione è qua vicino, c'è una Locanda ancora aperta e credo che qualche cosa di caldo possa aiutare nell'attesa...
Ed anche se non è opera mia, posso dirVi che è un piacere personale quello che mi stan facendo a non darVi subito l'accesso..."

Vera rise, e con gli occhi rivolti al portone del Castello ancora chiuso, accettò l'invito.

Ma si, una tisana con questo freddo è quel che ci vuole per ristorarsi un poco.. e poi rivolta ad una delle guardie disse Siate gentile, quando saranno sì magnanimi da aprire il portone, potreste cortesemente avvisarmi?

Gli rivolse un sorriso, ed accennò ad una riverenza.
Poi rivolta all'uomo che aveva accanto disse:

Bene dunque, guidatemi Voi, io Vi seguo.

Sollevò di poco la veste con la mano sinistra, così che non si sporcasse durante il tragitto. E continuò

Spero vivamente che tutti qui siano gentili quanto Voi, se così fosse, mi ritengo estremamente fortunata!

Accennò ad un sorriso, ed attese che l'uomo prendesse la via della Locanda.

"Dunque, in quella ci son solo mercanti e scaricatori di barili... andiamo in quella di famiglia che è anche meglio tenuta...Non Vi preoccupate, è qua accanto, non Vi distoglierà a lungo dall'attesa... è la prima volta che Vi recate qui presso Siena?"

Come desiderate Voi, naturalmente!
Oh, in vita mia, a causa dei miei continui viaggi, ne ho frequentati di posti.. come dire, poco raccomandabili, a causa delle mie ristrettezze economiche.
Ma quei giorni son finiti chinò lo sguardo e sorrise, ripensando ai suoi impegni attuali.

Poi rinvenne dai suoi ricordi, e continuando a camminare, rispose alla domanda:

Oh no no, sono stata qui diverse volte, per motivi diversi.. pensate che per qualche tempo, desideravo trasferirmi in una delle città della Repubblica! rise e proseguì Ma Firenze, è spesso una madre amata troppo dai suoi figli.. e sono rimasta, al fin, nelle mie terre natali

"Vivete dunque a Firenze città, se posso aver l'ardore di domandarVelo, Eccellenza?"

Oh no, anche se a causa dei miei impegni mi reco spesso in Capitale.. ma per la maggior parte del tempo mi divido tra Livorno, mia città natale ed attuale residenza, Piombino, ove forse prenderò casa, e San Miniato, dove vivono alcuni miei parenti.. rise Come potrete capire, rimanere in una città tanto a lungo non è fra le mie prerogative principali

Sorrise

Voi, invece, vivete a Siena?

"Io sono residente a Siena, ma l'ultimo paio di mesi li ho passati ad Orbetello, tranne quando sono in viaggio per questo o quel motivo..."

La ragazza annuì.
Ben comprendeva che gli impegni il più delle volte trattengono le persone lontano dalle proprie case, a volte anche per lunghi periodi, e ben sapeva che quella vita non era sempre facile da affrontare.

"Pensate che nei prossimi giorni mi devo recare a Piombino, se coincideranno le date con una Vostra presenza in città ovviamente mi avvalgo della possibilità di goder della Vostra compagnia già che la città non l'ho mai vista prima..."

L'uomo la fissò per qualche istante, prima di sorridere e guardare avanti, e Vera, ridendo, rispose:

Piombino? Interessante!
Purtroppo al mio ritorno nelle terre fiorentine, devo visitare la città di Pistoia, e forse non ci incontreremo.. afferrò nuovamente la veste, dopo averla sistemata un poco e continuò .. ma spero nella Vostra ospitalità quando in seguito a quel breve viaggio, verrò a visitare nuovamente Siena!

Sorrise e guardandosi attorno, rimase colpita dall'eleganza delle alte case della Capitale senese, che sorgevano nei pressi del Castello.

"Capisco... vuol dire che affronterò i confini e gli angusti territori fiorentini senza una compagnia esperta del luogo; menomale che mi porto dietro qualche Cadetto che mi aiuti a superare indenne questa avventura..."

Oh son certa che un uomo come Voi, della Guardia Episcopale, non si lasci di certo intimorire da un qualunque ladruncolo incrociato per la via!

Rise e poi continuò ad ascoltare:

"Vostra Eccellenza Vera di Luna, se non ricordo male il nome... personalmente mi riterrò offeso nei Vostri confronti se Voi doveste varcare i confini senesi senza accertarVi di avere la giusta ospitalità; in tal modo metterò in giro voci equivoche sul Vostro conto in modo che nessuno Vi ospiti così da poter essere l'unico a farlo...Altrimenti me lo farete sapere direttamente Voi ed un tetto con un fuoco acceso e qualche pietanza calda non Vi mancheranno. A Voi la scelta, Vostra Eccellenza..."

Voci equivoche? ridendo, esclamò Oh, rischiare di essere sfidato, in seguito, dai miei famigliari, solo per avermi come ospite, denota un certo coraggio.. ma del resto siete un Soldato!
Sarò lieta dunque di essere Vostra ospite.. assieme al mio seguito, naturalmente

Rivolse lui un sorriso, prima di voltarsi per qualche istante verso il Castello.

Bonilp arrivò al Castello il pomeriggio stesso della sua nomina a Gran Ciambellano della sua amata Repubblica di Siena. Conosceva molto bene la strada, perchè era da molti mesi che assolveva in queste sale i suoi compi di rappresentante diplomatico presso il Ducato di Modena.

Appena la Carrozza giunse nel cortile del Castello, vide l'ambasciatore Tridinum in compagnia di una nobil donna dal fare cortese e dalle raffinate vesti. La sua esperienza nel campo, e la conoscenza di Tridinum lo condusse ad una chiara deduzione, nessuno aveva accolto la nobil donna finora e a questo occorreva rimediare celermente.

Così colpi due volte col calcio della spada il tetto della carrozza e il cocchiere velocemente fermo i cavalli. L'uomo abbandonò la seduta e si prodigò ad aprire la porta di Sua Eminenza il Gran Ciambellano di Siena.

Eminenza, come mai questa urgenza, che vi prende ? Non state bene ? Le vostre membra non tollerano più la fatica della carrozza ?

Sentendo il cocchiere domandare questo, Bonilp sorrise all'uomo e disse

Buon uomo, fatti da parte che ho cose urgenti da sbrigare, riposa i cavalli e ritirati nei tuoi alloggi, proseguirò a piedi conosco la strada.

Scesa dalla carrozza e si diresse verso l'ambasciatore di Siena presso la Santa Santa Chiesa Aristotelica e la Nobil donna ivi presenti.

Raggiunti i due si fermò al loro cospetto, fece un cenno a Tridinum, strinse l'occhio e sorrise impercettibilmente, per ringraziarlo della gentile accoglienza di questi primi momenti. Poi fece una profonda riverenza alla nobil donna e dopo un attimo di silenzio, risollevò il capo e disse:

Buon pomeriggio, mia Signora. Sono Bonifacio Lauro Primo d'Aragona, Barone di Asciano e Gran Ciambellano di Siena, nominato oggi stesso. Mi stavo recando giusto ai miei uffici, quando ho intravisto la Vostra persona trattenuta, o meglio intrattenuta, dal nostro valente ambasciatore Tridinum, che ringrazio di cuore per avervi accolta. Possa avere l'onore di sapere il Vostro nome ed il motivo della Vostra venuta presso di noi ?[i]

"Perdonatemi un istante..."

Prego rispose Vera, e si fermò a guardarsi attorno.

Poco dopo lo vide riemergere da un vicolo buio, in quel momento una carrozza si fermò lì vicino.
L'uomo era nobile, senza dubbio alcuno, sia dalle vesti che dai modi con cui si presentava, e subito dopo un suo inchino la ragazza ricevette conferma dalle sue stesse parole:

"Buon pomeriggio, mia Signora. Sono Bonifacio Lauro Primo d'Aragona, Barone di Asciano e Gran Ciambellano di Siena, nominato oggi stesso. Mi stavo recando giusto ai miei uffici, quando ho intravisto la Vostra persona trattenuta, o meglio intrattenuta, dal nostro valente ambasciatore Tridinum, che ringrazio di cuore per avervi accolta. Possa avere l'onore di sapere il Vostro nome ed il motivo della Vostra venuta presso di noi ?"

All'udir le sue parole, Vera fece una profonda riverenza, e lieta rispose:

Illustre Gran Ciambellano, Vi porgo i miei più sinceri auguri per il Vostro nuovo incarico!
Io son l'Ambasciatrice fiorentina presso le Vostre magnifiche terre, Vera Isabella Rosalinda Speranza Di Luna, inviata qui dal Gran Ciambellano di Firenze, Jacopo Casanova, per prendere visione dei lavori svolti dai miei predecessori, e rendere forte, fin tanto mi sarà possibile, il legame tra le nostre Repubbliche.
Per ora, in buona compagnia, attendendo, che mi si consenta di accedere al Vostro incantevole Castello, e conseguentemente agli uffici a me riservati

Sorrise, e concluse porgendo al Gran Ciambellano senese, un altra riverenza.

Molto lieto di fare la Vostra conoscenza Ambasciatrice. Sebbene la mia nomina sia recente conosco bene le sale di questo Castello, per avervi lavorato come vostro pari, anche se tenutario di Ambasciate differenti. Per cui se avete la compiacenza di seguirmi, vi indicherò come raggiungere il Vostro Ufficio.

Così dicendo fece un leggero inchino alla dama e allargano il braccio destro indicò un portone posto centralmente al giardino interno che riportava il blasone di Siena e indicava la dicitura "Ambasciate Italiche".